Scuola, premiati i vincitori del concorso "Viaggio nella memoria"

 

Il 27 gennaio 2016, presso l’Istituto Comprensivo “Olga Rovere” di Rignano Flaminio, alla presenza del sindaco Fabio Di Lorenzi, dell’assessore alle Politiche culturali Vincenzo Marcorelli e del dirigente scolastico Marisa Marchizza, sono stati premiati i vincitori del Concorso “Viaggio nella Memoria”, istituito dal Comune di Rignano Flaminio e destinato agli studenti delle classi terze della Scuola secondaria di primo grado, giunto alla sua  quarta edizione.
Gli studenti, il 15 gennaio scorso, dopo la visione del film “Il bambino con il pigiama a righe”, hanno partecipato al Concorso che prevedeva la realizzazione di un elaborato letterario (un racconto, una poesia o un articolo di giornale) da sviluppare sulla seguente traccia: “I ragazzi e la Shoah. Quale può essere lo sguardo dei più giovani di fronte alle grandi tragedie della storia? Sono stati e saranno sempre vittime o hanno saputo giocare un ruolo attivo di fronte alle ingiustizie dell’uomo contro l’uomo? C’è qualcosa che, visibile solo ai loro occhi, possono vedere, interpretare e insegnare ai grandi?”.
Gli studenti che hanno realizzato i cinque migliori testi – Claudia Mogavero, Beatrice Lucarini, Flavia Redavid, Dalia Scorsini e Riccardo Ferraresi – parteciperanno ad un viaggio premio di tre giorni nei luoghi interessati dall’Olocausto.
Alla mattinata ha partecipato anche Attilio Lattes, cittadino di religione ebraica, scampato al rastrellamento del Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943, che ha raccontato ai ragazzi la sua emozionante esperienza e dato un quadro complessivo della Shoah in Italia e nel mondo.
«Mi sono salvato – ha detto Lattes – grazie ad una telefonata di mio zio fatta alla 5.30 del mattino, in cui ci avvertiva che i tedeschi stavano per cominciare il rastrellamento del Ghetto e di diverse altre zone di Roma. Allora – ha continuato Attilio – ci siamo vestiti di corsa e siamo scesi nelle cantine del palazzo di mia zia, in viale Angelico, dove, in fondo ad una di queste, c’era un enorme manifesto pubblicitario di Mussolini inneggiante alla razza ariana che copriva quasi tutto il muro. Dietro al poster c’era un buco lungo una quindicina di metri, una specie di tunnel che ha permesso la nostra fuga».
«Una volta fuori da questo tunnel – è il ricordo di Lattes – mentre sentivamo i tedeschi urlare, ci siamo divisi e sparpagliati. Con questo stratagemma ci siamo salvati, grazie all’accoglienza prestata dal Convento che stava in via Merulana».
«Riprendendo il monito di Primo Levi – hanno commentato il sindaco Di Lorenzi e l’assessore alle Politiche culturali Marcorelli – “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” la testimonianza di Attilio Lattes, quest’anno, ci ha aiutato a riportare alla luce quei tragici avvenimenti, la cui memoria speriamo possa servire a non ripetere mai più simili nefandezze e a spronare alla riflessione i nostri giovani».

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Ultima Modifica: 28/01/2016