Orrore a orrore

 

Orrore a orrore. Ogni volta è sempre peggio. Ciò che è avvenuto ieri sera a Manchester, durante il concerto di Ariana Grande, cantante americana famosa soprattutto tra gli adolescenti, fa doppiamente ribrezzo: per la cosa in sé e per la morte dei tanti adolescenti, che, per lo più accompagnati dai propri genitori, si trovavano in quell'arena per vedere e ascoltare dal vivo l'idolo musicale del momento.
Ho trascorso la notte a seguire i telegiornali, ad informarmi e a pregare che i morti e i feriti non aumentassero. Ogni aggiornamento del macabro bollettino di morte, infatti, andava ad aggiungere rabbia a tristezza. Se neanche i nostri figli e i nostri nipoti vengono risparmiati dalla barbarie, significa che al peggio non c'è davvero mai fine...
Questo atto terroristico, con tanto di kamikaze e di bomba a chiodi, rischia ora di generare sconforto e rassegnazione. Sentimenti sacrosanti ma pericolosi. I terroristi, infatti, è proprio questo che vogliono: terrorizzarci, bloccarci nella vita di tutti i giorni, impedirci di esistere serenamente. Al dolore, al tanto dolore, che questo atto reca con sé, dobbiamo rispondere in un solo modo: con la determinazione di chi il mondo non vuole darlo in pasto a questi portatori di morte, a questi signori della paura. Dimostrare loro che il nostro coraggio è più forte della loro vile spietatezza. Lo dobbiamo a noi stessi, alle nuove generazioni e alla memoria di qui tanti minorenni che, ieri, in una serata di festa hanno conosciuto il volto peggiore dell'umanità, quella che uccide in nome della follia.   

Ultima Modifica: 23/05/2017