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FELICE PLATONE, IL QUARTO APPUNTAMENTO PER "GENTE DI GIANO"

 

In occasione della Festa della Liberazione, il 25 aprile 2016, il Comune di Rignano Flaminio ha ricordato la figura di Felice Platone, nato a Rignano, eroe delle due guerre, partigiano nella Brigata Garibaldi, successivamente Sindaco della Città di Asti e membro dell'Assemblea Costituente. Dedicando il giorno della Liberazione dal nazifascismo ad uno dei padri fondatori della Repubblica, Rignano ha colto l’occasione per intitolare il vialetto di fronte al Municipio, accanto a piazza Giacomo Matteotti, proprio a Felice Platone, che ad Asti è ricordato come "il Sindaco della Liberazione".
Durante la cerimonia, che si è svolta di fronte al Monumento ai Caduti, alla presenza dei familiari, è stata inoltre ricordata la figura di Virginio Badiali, Sindaco di Rignano dal 1946 e cugino carnale di Felice Platone.
Di seguito si riporta un aneddoto relativo alla prima guerra mondiale, quando il giovane Felice Platone era impegnato nelle trincee e sui fronti di guerra. Un episodio che testimonia il valore e il coraggio di uno degli uomini che ha fatto la storia d’Italia e del quale Rignano Flaminio può vantare i natali.
È il 1915 quando Felice Platone, non ancora ventenne, si arruola come volontario in Artiglieria: con i gradi di tenente è immediatamente mandato al fronte alla testa di un plotone. Durante la disfatta di Caporetto mantiene la posizione a oltranza, incitando i suoi uomini a resistere e poi li guida in un estremo tentativo di attacco, tanto avanzato che una granata lanciata dalla trincea nemica lo colpisce alle spalle. Subirà una tremenda operazione alla schiena e l’estrazione di innumerevoli schegge conficcate vicino ai polmoni, ma nella confusione generale subirà anche l’accusa infamante di “viltà”, essendo stato colpito alla schiena e quindi ritenuto “in fuga”.
Saranno i suoi stessi soldati e sottoufficiali a scagionarlo e a evidenziare le sue doti di comandante coraggioso e leale, tanto che la sentenza si ribalta e gli viene assegnata la medaglia d’argento al valore; medaglia che Felice Platone rifiuta di ritirare perché non estesa anche a tutti i suoi soldati, ai sopravvissuti e ai molti caduti in battaglia. L’onorificenza non verrà mai ritirata.

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Ultima Modifica: 03/05/2016