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Cenni storici*

 

In epoca preromana la regione che andava dalla valle del Tevere al Monte Soratte, e in cui attualmente si colloca Rignano, era abitata da una popolazione di stirpe indoeuropea, i Capenati. Tale popolazione non aveva caratteri o affinità con gli etruschi, utilizzava un alfabeto simile a quello dei Latini e si caratterizzava per il culto a divinità locali: la dea Feronia (protettrice dei boschi) nell'omonimo santuario sorto tra Fiano e Capena ed il dio Sorano (divinità antropomorfa con la testa di lupo) sul Soratte.
Il primo nucleo abitativo sorse intorno all'anno 1000 a.C., nella zona compresa tra il Soratte e Capena (dove oggi si trova la Chiesa dei SS. Abbondio e Abbondanzio). Alcuni ritrovamenti confermano la tesi secondo cui sul sito di Rignano doveva essere ubicato un centro antico del territorio capenate, sopravvissuto anche in età romana: tra il km 38,5 ed il km 39 della via Flaminia sono infatti stati rinvenuti settori di una necropoli con tombe a fossa (VIII sec. a.C.) ed a camera (IV-II e I sec. a.C.).
Con l'avvento dei Romani, Rignano entrò nell'orbita dell'astro luminoso romano e cominciò il culto della dea Cerere (omologa romana della divinità prima venerata). Dell'importanza e della potenza di questa grande città e del suo influsso su Rignano si hanno alcune testimonianze archeologiche, ancora oggi, nel centro abitato.
Rignano ebbe diversi nomi nell'antichità: nei documenti è menzionato da Arignanum a Rignanum, Rinianum, castrum Arinianum, Arignani ed anche Erignanum in una Bolla di Nicolò IV (1288-1294). Le prime memorie scritte, risalgono al X secolo, quando l'imperatore Ottone I vi sostò dopo l'incoronazione a Roma nel 972. Qui si fermò anche Ottone III quando nel 999 fece traslare a Roma, nella Chiesa di S. Adalberto sull'isola Tiberina, i corpi dei Santi Abbondio, Abbondanzio e Teodora.
Al 1114 risale la prima menzione di castrum Rinianum presso il Soratte, proprietà di S. Maria in Trastevere. Nel 1159 vi morì papa Adriano IV: travagliato dalle lotte delle investiture, partì da Roma per recarsi a Civita Castellana, dove si riteneva più al sicuro e dove già altre volte si era ritirato per allontanarsi da Federico Barbarossa, ma morì durante il viaggio. A partire dalla metà del XIII secolo il castello risulta dei Savelli, ai quali fu tolto dal papa Alessandro VI nel 1501. Ai Savelli Rignano tornò dopo la caduta dei Borgia, sino al 1607, quando fu venduto ai Borghese; da essi passò ai Muti (1663), ai Cesi (1701) ed ai Massimo (1799).

 

* Cenni storici attinti dall'opera "Rignano Flaminio - percorso fotografico tra storia e arte" per gentile concessione della Ass. Pro Loco di Rignano Flaminio.

Ultima Modifica: 22/10/2015