Padre Jacques Mourad

 

“Era il 21 maggio 2015, ero nel mio convento di Mar Elian, due giovani uomini mascherati e armati fanno irruzione. Prendono me e Boutros, un giovane postulante, ci fanno salire in macchina, ci legano…”. Inizia così il calvario di padre Jacques Mourad, monaco siro-cattolico, rapito dai jihadisti in Siria e miracolosamente fuggito, dopo mesi di prigionia. Quattro mesi e venti giorni di detenzione che rappresentano la straordinaria testimonianza di un religioso che non solo non ha mai perso la fede nei momenti più duri della sua prigionia, ma non l’ha nemmeno mai rinnegata in cambio della salvezza. “Mentre ero prigioniero aspettavo il giorno della mia morte ma con una grandissima pace interiore. Non avevo alcun problema a morire per il nome di nostro Signore” racconta il monaco della Comunità di Mar Musa.
Una storia di fede che lui stesso ha trasformato in un libro che nasce “per invitare a essere coraggiosi, umani e cristiani”. Un messaggio che padre Jacques Mourad vuole lasciare con la sua autobiografia in cui, oltre a parlare dei mesi di prigionia, ripercorre tutta la sua vita.
Un'occasione unica, per ascoltare un'esperienza di vita straordinaria, domenica 9 febbraio alle ore 11,30 presso il Salone parrocchiale in viale C.A. Dalla Chiesa, 2.

 
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Ultima Modifica: 29/01/2020